LA
DEPRESSIONE
Non
è facile accettare la
nostra malattia.
Perché?
-
non esiste ad oggi una cura
risolutoria (infatti è detta neuro-degenerativa) e si
aggrava nel tempo
-
si crede che conduca alla
morte: in realtà la mortalità nei pazienti
affetti da P. è appena sopra la
media: si confonde con l’Alzheimer che, al contrario, ha un
tasso di mortalità molto
alto.
-
sino a una quarantina di anni
fa colpiva essenzialmente gli ultrasettantenni (al tempo già
considerati “vecchi”),
mentre oggi l’età media di insorgenza è
scesa a meno di 60 anni
-
la malattia è chiamata impropriamente
“morbo” e questo evoca contagio e pestilenza
-
vedere un malato di P.
tremare, camminare ricurvo a piccoli passi,
“sgommare”, sbavare, fare i
movimenti molto lentamente, deambulare con girello o carrozzella,
provoca una
forte sensazione di paura per il proprio domani.
-
non si accetta il fatto che
gli “altri” non ci vedano più come
prima; pertanto ci si nasconde, ci si auto-isola.
Da
parte del malato, ma anche
del famigliare, si è indotti a pensare di guarire con i
farmaci (dei quali non
si può farne a meno nei casi più gravi).
Prima
di imbottirsi di anti-depressivi,
è bene mettere in atto alcuni comportamenti che, se ben
seguiti, possono
vincere le nostre paure e combattere vantaggiosamente la depressione.
Lasciamo
i farmaci per i casi più gravi (d'altronde, si sa,
c’è l’eccessiva tendenza da
parte dei medici a prescrivere farmaci, per calmare le ansie dei
malati, ma che
sono miracolosi soprattutto per chi li fabbrica).
Il
famigliare-caregiver gioca
un ruolo molto importante: deve incitare il malato a reagire, seguirlo
e stimolarlo:
un carico di lavoro e di emozioni molto forti, non privo di pericoli
per se
stessi, specie se si annulla la propria autonomia, col rischio di
sortire l’effetto
contrario e cadere anche lui in depressione.
Di
seguito alcuni consigli.
Ø
Fare
molta attività fisica. Aiuta a produrre le endorfine, che
hanno spiccate
caratteristiche anti-depressive, in quanto favoriscono le sensazioni
positive. Quindi:
lunghe passeggiate tutti i giorni, yoga, qi gong, shatzu, pilates una o
due volte
la settimana, senza abbandonare quelle attività motorie che
facevate prima
Ø
Non
saltate i pasti. Ai tre principali aggiungete a metà mattino
e metà pomeriggio
uno spuntino di frutta. In tal modo non calerà il livello di
zuccheri del
sangue, evitando oscillazioni dello stato dell’umore
Ø
innalzate
il livello di
serotonina mangiando aringhe, alici, salmone, olio, noci, semi di lino
che sono
i più ricchi di omega-3 , che è un acido grasso
che favorisce l’aumento del
flusso sanguigno nella regolazione ormonale e nel sistema immunitario,
il buon
funzionamento del cervello, creando nuove strutture nervose e
modificando in
meglio quelle esistenti. La mancanza di questa plasticità
è uno dei fattori di
sviluppo della depressione.
Ø
Non
solo pasta. È importante
mangiare cibi che favoriscono l’umore, come -
banane
(che contengono fruttosio
(ridà velocemente le forze) e fibre
(che ricostituiscono una scortadi energia) -
- cioccolato fondente (contenente triptofano, con effetto simile alla
serotonina,
e flavonoidi, antiossidanti per il buon funzionamento di sangue e
cervello)
- semi di
zucca (una manciata al giorno) il cui acido folico contribuisce a
regolare gli
sbalzi d’umore (bassi livelli di questo acido comportano
irritabilità ed
insonnia)
Ø
Piatti,
posate, l’ambiente, gli
stessi cibi devono esprimere allegria: colori vivaci, composizioni
variate,
date luce ai locali
Ø
Se
è vero che il caffè è
diagnosticato come un alimento che combatte la formazione del P.,
è altrettanto
vero che una volta conclamato non ha efficacia per contrastarne la
degenerazione. Al contrario, troppe tazzine riducono il
livello di serotonina e, quindi, il buon
funzionamento del cervello. Meglio non superare i due caffè
al giorno.ladepressione.html
Ø
Vivete
all’aria
aperta. I
raggi del sole, ad esempio, fanno
aumentare la produzione di vitamina D (attenti ai danni da UVA e UVB).
Vivere
all’aria aperta favorisce il buon umore.
Ø
Meditate.
La
pratica dello Yoga o di altre discipline olistiche favoriscono
l’umore, la
concentrazione, scindere la malattia dalla capacità di
mantenere comunque una
qualità ed uno stile di vita alto, senza nascondersi agli
occhi degli altri,
fingendo di essere ciò che non si è.
Ø
I
piaceri e
le abitudini di prima. Non fatevele mancare, specie quelle pubbliche:
il caffè
al bar con gli amici, lo shopping, la gita e la vacanza, gli hobbies, l’università
della terza età, tanto per citare
alcuni esempi
Ø
L’Associazione.
Il luogo giusto per parlare di P. e dei propri disturbi, dove sei certo
di
essere compreso e trovare risposte alle proprie paure ed occasione di
svolgere
attività pertinenti.
Ø
Lo
psicologo. La depressione non è pazzia. Lo psicologo non
è uno strizza-cervelli. È un professionista che
ti aiuta a superare le paure, le
ansie, a ritrovare fiducia in te stesso e superare i momenti di
criticità. Purtroppo
la sanità pubblica non prevede questa figura
tra le specialistiche interdisciplinari del P. per cui ce
lo dobbiamo
pagare di tasca nostra. A nostro avviso, una spesa ben fatta.